Diete strette e dimagrimenti veloci. Così si rischia l’effetto ”Yo-Yo”. Ne parlo per La Gazzetta di Parma
Quando la dieta diventa un paradosso: le diete ipocaloriche che fanno ingrassare
Negli ultimi decenni parallelamente al problema crescente del sovrappeso e obesità è esploso il mercato delle diete ed è aumentata la quantità di persone che si mette a dieta. Niente di più sbagliato, perché le diete eccessivamente ipocaloriche che promettono risultati miracolosi e veloci non solo non hanno successo ma fanno addirittura ingrassare contribuendo all’attuale pandemia di obesità; sembra un paradosso ma non lo è, perché l’obesità può aggravarsi o nascere da una dieta dimagrante. Infatti tutti coloro che seguono una dieta raramente mantengono il peso perso nel lungo termine, ma lo recuperano con gli interessi e riprovano di nuovo. Alla luce di ciò, coloro che aumentano di peso negli anni è molto probabile che seguano ripetutamente diete dimagranti e quindi perdono e riguadagnano ciclicamente peso. Questo irritante effetto “yo-yo” chiamato anche “ciclicità del peso” colpisce chiunque si impegni in pratiche dietetiche, compresi i soggetti normopeso che si mettono a dieta spinti dalla paura di ingrassare o dalla distorta percezione di sé, molto comune nei giovani adulti. Ma come può una dieta, intesa come rigida limitazione calorica e di vari gruppi alimentari, causare un guadagno di peso nel tempo?
Ecco perché le diete falliscono
Lo stato di semi-digiuno tipico delle diete ipocaloriche attiva nell’organismo meccanismi omeostatici che, durante la rialimentazione, guidano verso l’eccesso di peso e di grasso; in parole semplici, fanno sì che la quantità di peso e grasso recuperato sia maggiore a quello perso con la dieta. Il Minnesota starvation experiment di Ancel Keys è il più importante degli studi sperimentali che ha valutato gli effetti psicologici, fisici e comportamentali della restrizione alimentare calorica e della successiva rialimentazione su volontari normopeso sani. È sorprendente che, nonostante la perdita di peso, permanga una memoria delle riserve iniziali di grasso e di magro dell’organismo; infatti, nelle fasi di rialimentazione, il meccanismo omeostatico che opera attraverso l’aumento dell’appetito e della fame, scatena una risposta iperfagica compensatoria allo scopo di accelerare il ripristino dei compartimenti corporei iniziali. Quello che succede però è che i compartimenti di grasso e magro non vengono recuperati in maniera sincrona, bensì il grasso viene riacquistato ad un ritmo più veloce rispetto al magro. Questa ricostituzione preferenziale dei depositi di grasso avviene grazie alla soppressione della termogenesi (controllo adiposo-specifico) e ha un valore adattativo per la sopravvivenza perché il grasso è in grado di assicurare una maggiore densità di energia in vista di carestie future. Per cui maggiore è il grado di impoverimento dei compartimenti di grasso e magro dovuto alla drastica perdita di peso, maggiore è la soppressione della termogenesi e maggiore è il tasso di recupero del grasso rispetto al magro. Soltanto quando le riserve di grasso saranno recuperate al 100% e dunque il nostro organismo sarà “al sicuro” inizierà la ricostituzione del magro e soltanto quando il magro sarà recuperato al 100% si interromperà la risposta iperfagica. Capite come questo meccanismo necessario alla sopravvivenza conferisce la plausibilità biologica per l’eccesso di peso e di grasso post-dieta.
Dieta come stile di vita: agire sui comportamenti scorretti
Dunque merita fare attenzione perché le diete e la ciclicità del peso non fanno altro che aumentare il rischio per il progresso alla grassezza, predisponendo non solo all’obesità ma anche ad altre conseguenze negative per la salute incluse malattie cardiovascolari, metaboliche e disturbi del comportamento alimentare. Quest’ultimo è frequentemente il caso di giovani adulti, adolescenti e bambini che, preoccupati per la forma e le dimensioni del proprio corpo, spinti delle pressioni dei media e della società, nel tentativo di conformarsi a immagini ideali ampiamente promosse di corpi magri femminili e corpi muscolosi a basso contenuto di grassi maschili, prendono misure attive come diete drastiche per perdere peso provocando danni fisici e conseguenze psicologiche. Tutt’altra cosa è invece la “dieta” intesa nell’accezione greca del termine e cioè “stile di vita” che significa agire sui comportamenti scorretti, affidarsi a mani esperte per essere educati a mangiare correttamente e praticare attività fisica regolare. In questo modo si dimagrirà molto più lentamente ma per sempre.